PER SEMPRE Don Gallo
Dicevi sempre, che ai vizi capitali si dovesse aggiungere l’indifferenza. Questa l’hai uccisa in tutta la tua vita terrena, hai affermato nella realtà di ogni giorno il primato dell’umanità, dell’umanità che non può vivere estraniata dai problemi sociali, ma che si sporca per affermare il primo dei valori cristiani: l’ uguaglianza, che hai fatto esistere grazie alla tua vita.
L’hai predicata l’uguaglianza non nei salotti, ma lungo il porto di Genova,che è luogo d’incontro interculturale, e lì, eri sempre attivo ad accogliere nella tua comunità di “San Benedetto al Porto” le persone emarginate dalla società: i drogati, le prostitute, i transessuali, i senza tetto. L’uguaglianza era lì con te, quando davi a chi era perso, l’amore e l’impegno sociale cristiano, per fare in modo che chi veniva a chiederti aiuto potesse riprendere la vita nelle proprie mani. Mai ti sei fermato, nonostante le critiche anche dal “fuoco amico”, di una curia romana che del sudore e della sofferenza davanti agli occhi, conosce purtroppo poco, e per questo ti ridicolizzava riducendo il tuo spessore d’uomo.
Da ragazzo sei stato partigiano, per poi scegliere la vita del Sacerdote rimanendo innamorato dal valore umano immenso di Don Bosco, avevi una sola idea, stare con gli ultimi per gli ultimi, per il riscatto sociale degli ultimi.
“ Solo dalla sobrietà può nascere la vera solidarietà”, “Prete di marciapiede, di strada”, le tue preghiere erano: il Padre Nostro, la Costituzione Italiana, Bella Ciao. Con passione ricordavi il “tuo” Papa, Giovanni XXIII, e con mordente cercavi di farti forte tra la nebbia del clero affermando la necessità di ambire alla attuazione della dottrina del Concilio Vaticano II. In un tuo libro “ Sono venuto per servire”, per me d’insegnamento e di crescita, hai affermato cosa per te fosse l’essenza proprio del Concilio Vaticano II, : “Non esiste università teologica che metta in discussione il primato della coscienza personale,il Dio che mi hanno insegnato e in cui ho imparato a credere, il Dio che nutre la mia difficile, ma amata speranza cristiana, sicuramente non è un Dio che sa dire soltanto no alla libertà, alla coscienza, a ogni forma d’autonomia personale. Non è un Dio che fa del dono gratuito della vita una clava e un carcere. L’uomo muore quando non pensa, quando non medita. Secondo me chi continua a pensare è immortale. ”
Con passione e impegno hai perciò sempre contrastato i veti cristiani, termini in contraddizione tra loro, ma che oggi vietano e continuano a vietare l’affermazione umana nella scenografia in cui viviamo, la vita. E proprio per il valore che davi alla persona in sé, alla sua naturalità intima, hai sempre lottato per il riconoscimento dei matrimoni omosessuali; inoltre in tema di contraccettivi e droga in un passo di “ Angelicamente anarchico” hai sostenuto: “Sono assolutamente favorevole all’uso del preservativo nei rapporti sessuali. Lo sostengo non perché voglio fare il progressista a tutti costi, dalla libertà di coscienza, che è dottrina certa nella Chiesa, in nome della quale ogni persona vive la propria, unica, esperienza individuale, deriva anche la libertà di sbagliare. Come prete posso proporre ma non imporre. Il virus HIV viene trasmesso ogni anno a ventimila persone, il contagio avviene attraverso i rapporti sessuali o col passaggio della siringa usata. Per questo giro per Genova con le unità di strada, distribuendo materiale informativo sulla malattia, ma anche siringhe e profilattici.” E ancora, sempre grazie al tuo essere, in “ Il Vangelo di un Utopista” con forza hai scritto: “ Ma se vogliamo essere cristiani non possiamo essere contenti per un trionfo di questa democrazia neoliberista, in cui i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri.”Infatti nel 2001 per il G8 a Genova, ti sei opposto a questa globalizzazione “di uomini freddi che studiano la strategia” e ti sei professato non un no global, ma un new global.
Per te utopia era una parola fondamentale, riprendevi la massima di Eduardo Galeano :“ Lei è all’orizzonte, mi avvicino di due passi, lei si allontana di due passi. Cammino per dieci passi e l’orizzonte si sposta di dieci passi più in là. Per quanto io cammini, non la raggiungerò mai. A cosa serve l’utopia? Serve proprio a questo: a camminare.” E quindi dicevi : “ Allora è veramente irrealizzabile? No, perché c’è un aspetto positivo: che si sta camminando, e quindi l’utopia si realizza strada facendo.” Sono certo che il tuo messaggio di umana uguaglianza, diventerà maggioranza nella Chiesa. Ora sei a cantare col tuo amico Fabrizio de Andrè: “ Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori …” Non credo sia un caso che oggi a seminare sia anche e soprattutto non un Papa qualsiasi, ma un Papa che ha scelto di chiamarsi Francesco.
Vorrei concludere questi miei pensieri pieni di sincera emotività, con un appello all’Amministrazione Comunale, affinchè possa dedicare in città, una via o altro, a Don Andrea Gallo; noi giovani abbiamo bisogno di questi esempi di vita per diventare davvero uomini.
Andrea Giombi
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