Procuratore Antimafia Gratteri a Perugia
Procuratore Antimafia Nicola Gratteri a Perugia
Presentato il 29 novembre al Teatro ONAOSI di Perugia il suo ultimo libro, “ Dire e non dire”
Perché esiste la n’drangheta? Ebbene il Procuratore Antimafia di Reggio Calabria, Nicola Gratteri l’ha spiegato ad una platea di studenti, tra cui me, esponendo l’essenza e le ragioni del suo libro, “ Dire e non dire” , scritto insieme al Professore Antonio Nicaso, docente di “Storia delle organizzazioni criminali” al Middlebury College. “ Negli anni sessanta e settanta, tu riuscivi a capire, dal semplice modo di vestire o dal modo di relazionarsi, se un ragazzo o una ragazza fosse di destra o di sinistra, nei giovani era ben salda una visione propria del mondo, i giovani avevano un’ideologia” ; queste sono le prime parole del dibattito che Nicola Gratteri ha offerto a noi studenti, e ancora “ se oggi le mafie esistono, esistono perché siamo in una società priva di valori.” Il Procuratore Antimafia, tende quindi a sottolineare, come le mafie siano il risultato della necessità di colmare una solitudine umana, che è frutto di insicurezze, vuoti, assenza di motivazioni personali, ebbene per alcuni di noi ragazzi questi buchi dell’anima possono essere cuciti dall’omologazione e dal senso di appartenenza che queste organizzazioni criminali organizzate offrono.
Lusso, relazioni sociali importanti, matrimoni in età giovanile; bello, pieno, sì ma pieno di plastica, di sabbia, il ragazzo, o meglio, il picciotto liscio, che si offre alla mafia è solo uno strumento di una macchina, la criminalità mafiosa. Gratteri sottolinea come la n’drangheta, tenti di mantenere la Calabria, in un continuo stato di necessità, per poi al tempo stesso cercare di risolvere e curare questa necessità. Questa mafia, come le altre, è sempre alla ricerca del consenso sociale, per questo tessa rapporti, purtroppo indissolubili, anche con parte della Chiesa e della politica. Però oggi è avvenuto un pericoloso e significativo cambio di paradigma, non sono più le mafie a cercare la politica, ma è la politica a cercare le mafie, per guadagnare consensi elettorali, i quali quindi hanno solo il sapore delle fragole d’inverno, sanno di finto e sintetico. Ciò denota, come anche la nostra classe dirigente soffra di quel vuoto, sopra descritto, ma ciò è intollerabile da chi questo vuoto ha il compito invece di colmare.
Sempre il Procuratore, tende a evidenziare, come sarebbe importante che la Chiesa, distruggesse quel falsissimo sentimento religioso, che i mafiosi si ergono di portare. Secondo Gratteri i vertici della nostra Chiesa, dovrebbero scomunicare i mafiosi, ciò minerebbe questo importante collante della mafia, che consiste proprio in una religiosità misericordiosa, che definiscono cristiana, ma che di cristiano non ha nulla, e questo la Chiesa lo dovrebbe urlare.
Infine Gratteri, a noi studenti ha spiegato il suo realismo pessimismo, nella lotta alla mafia, “ per sconfiggere la mafia, bisogna apportare una coscienza civile nella società, bisogna tornare a credere nella forza delle idee che sanno di vita, oltre a ciò, sempre nel rispetto della Costituzione, bisognerebbe apportare serie modifiche ai nostri codici giuridici, importare l’informatizzazione nel nostro sistema giurisdizionale,esempio la posta elettronica certificata,inoltre le carceri dovrebbero assolvere veramente alla funzione di rieducazione, per questo molti dei militari all’estero, potrebbero compiere lavori rieducativi per i carcerati!”
Falcone diceva “per combattere la mafia è fondamentale il comportamento ordinario di tutti noi”,noi significa politica, e Gratteri con forza ha tenuto a concludere “ la politica dovrebbe acculturare il popolo”; per questo spero che questi pensieri possano significare insegnamento e non retorica.
Andrea Giombi
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