Un libro di e per Natale: LETTERA A UNA PROFESSORESSA, della scuola di Barbiana di Don Lorenzo Milani
Un testo che mette al centro il valore dell' istruzione pubblica e quindi del sentirsi comunità
Pier Paolo Pasolini intervistato sul ruolo e il significato di tale testo, con enfasi ha detto: "Un libro per essere davvero importante e significativo deve lasciare vitalità, ebbene questo ne lascia tanta a tal punto che mi costringe di dire a più persone possibile, leggetelo!"
"L'abbiamo visto anche noi che con loro la scuola diventa più difficile. Qualche volta viene la tentazione di levarseli di torno. Ma se si perde loro, la scuola non è più scuola. E' un ospedale che cura i sani e respinge i malati"; "Per studiare volentieri nelle vostre scuole bisognerebbe essere arrivisti a 12 anni. A 12 anni gli arrivisti son pochi. Tant' è vero che la maggioranza dei vostri ragazzi odia la scuola." Queste sono state le frasi che più mi hanno colpito e credo rendano bene l' idea di quale sia il fine di questo libro: non lasciare nessuno, non bocciare quindi nella scuola dell' obbligo, bocciatura che diviene segno di esclusione e porta aperta per tornare a intraprendere il mestiere del padre. Obiettivo di questo libro che è del 1967, è quello di non escludere, di tentare di affermare un senso di comunità umana, in un contesto dove i nati nel 1950 in prima elementare ad essere bocciati erano 128.000 e i ritirati, sempre dopo la prima elementare, da ogni forma di istruzione erano già ben 147.000. Questi dati portano con sé molti Gianni, il ragazzo nel libro ripetente e poi ritirato, che alla esclusione dalla scuola dovette intraprendere il lavoro di famiglia nei campi, infatti gli esclusi erano molti Gianni, di famiglia umile, mentre i promossi o coloro che avevano fatto la primina, i Pierino, erano i figli dei dottori. Don Milani decise di aiutare i Gianni, lui Don Lorenzo che era figlio di una famiglia agiata di intellettuali fiorentini decise di aiutare in prima persona gli esclusi, i bocciati, e lì nella campagna remota di Barbiana dove era stato mandato per dei disaccordi col Cardinale di Firenze, istituì una scuola di recupero per far studiare i bambini esclusi e prepararli come privatisti agli esami di licenza elementare e media.
La domanda che mi sono chiesto leggendo il libro è stata questa: E' attuale? Considerando che è un libro che tratta il valore e l' incapacità di attuazione dell' istruzione pubblica nel 1967. Mi sono risposto immediatamente di sì. Se guardo con la testa un po' in alto, vedo l' Art 33 della Costituzione, che recita al secondo comma: "Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato", e come però nei fatti le scuole e le Università private, non accessibili a tutti, rendano l' approdo al mondo del lavoro più facile per coloro che le frequentano, anche forse con meno fatica, considerando quanto ci sia da sgomitare nelle Università statali ben più affollate delle private. Se guardo la mia Fabriano, mi accorgo della crisi attuale del liceo classico, della chiusura della Università fabrianese, che soprattutto nel suo indirizzo di ingegneria cartaria poteva essere una eccellenza nazionale, mi accorgo della riduzione dei terreni della scuola agraria, mi accorgo di aver frequentato il liceo scientifico in un vecchio stabile e per di più in affitto, mi accorgo della costruzione dei nuovi licei, in un modo, al di là di come la si pensi che lascia luci e ombre, essendo le nuove scuole tra il cimitero e una centrale elettrica dell' Enel.
Concludendo, credo che una figura come Don Lorenzo Milani, rappresenti davvero la vitalità del Natale, se questa festività ha ancora l' obiettivo di affermare un senso di comunità a prescindere.
Andrea Giombi
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